Oleodotto Druzhba un esempio di guerra asimmetrica. Nei mesi scorsi la UE ha rischiato di andare a pezzi sul tema del blocco delle importazioni di petrolio russo.
La ragione? Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca ricevono petrolio solo tramite questo oleodotto e rischiavano di rimanere a secco: piccolo particolare, l’oleodotto in questione passa per il territorio ucraino.
E, parrà strano per due paesi in guerra, l’Ucraina (tramite l’operatore ucraino Ukrtransnaftaviene) viene pagata dalla Federazione Russa (che agisce tramite Transneft, gestore che detiene il monopolio russo degli oleodotti) per il “diritto di passaggio”.
Ora pare che l’azienda ucraina abbia rifiutato il pagamento mensile russo, e quindi i russi abbiano sospeso il flusso di petrolio.
Chi stia dicendo il vero, se russi o ucraini, sarà difficile da comprendere.
Come se non bastasse, diverse sono le posture dei tre paesi europei coinvolti per quel che riguarda la guerra in corso: mentre l’Ungheria è per lo meno prudente o poco ostile verso la Federazione Russa, Slovacchia e Repubblica Ceca sono tra i più convinti sostenitori dell’Ucraina, in particolar modo per ciò che riguarda la fornitura di armamenti.
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